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Comunicato stampa del 2 Novembre 2016

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Comunicato stampa del 2 Novembre 2016

Social mob dei medici precari siciliani, Lanteri, Guglielmino e Urzì (Ugl): “Condividiamo la protesta. Ospedali ko, anche a Catania. Roma e Palermo diano risposte” 

“Condividiamo appieno la protesta dei giovani medici siciliani, aderendo anche noi al social mob messo in atto quest’oggi.” Lo dichiarano il coordinatore nazionale del settore docenza e dirigenza della federazione Ugl università, Raffaele Lanteri, il segretario regionale della federazione Ugl Medici Aurelio Guglielmino ed il segretario provinciale di Catania della federazione Ugl sanità Carmelo Urzì, che già da diverso tempo hanno sposato la causa dei numerosi precari della sanità siciliana che, da mesi, attendono l’immissione in ruolo pur essendo vincitori di concorso. “Hanno ragione le associazioni del comparto medico, che oggi protestano, a dire che la sanità è morta chiedendo il commissariamento dell'intero settore amministrativo regionale, la rimodulazione della rete ospedaliera e la stabilizzazione dei precari e lo sblocco dei concorsi. Ci associamo al grido di dolore di una generazione privata dei propri diritti dal pressappochismo della burocrazia e dall'inerzia della politica regionale. Professionisti stanchi del continuo ping pong che non produce alcuna soluzione, donne e uomini che continuano ad impegnarsi pur continuando a vivere nel precariato. Lottiamo insieme a loro perchè possano finalmente essere definitivamente assunti, affinchè si possano colmare le croniche carenze che presentano le nostre strutture ospedaliere. Mentre la popolazione continua ad aumentare, anche in relazione all'accoglienza dei numerosi migranti, gli ospedali rimangono sempre a corto di personale e fuori c'è un'intera schiera di professionisti pronta a prendere servizio. Cosa si sta aspettando ancora - si chiedono Lanteri e Guglielmino - di fronte ad una situazione di sofferenza del genere, che a Catania sta per esplodere? Chiediamo per l'ennesima volta al governo nazionale ed al governo regionale risposte chiare ed inequivocabili, per porre la parola fine ad un'attesa così lunga.”  

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