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Comunicato stampa dell'8 Novembre 2016

Domani davanti la sede aziendale e la Prefettura di Catania, sit – in dei lavoratori Ugl del “Centro catanese di medicina e chirurgia” contro i 19 licenziamenti annunciati

Avrà inizio alle 9 di domani, mercoledì 9 novembre 2016, il sit – in dei lavoratori del “Centro catanese di medicina e chirurgia” aderenti alla Ugl contro i 19 licenziamenti annunciati. Prima tappa della protesta sarà la sede della casa di cura etnea in via Battello, mentre alle 11 il gruppo si trasferirà in via Etnea sotto la sede della Prefettura. Neanche l’incontro tra i vertici aziendali e le organizzazioni sindacali per la riapertura dell’esame congiunto ha sortito gli effetti sperati, poiché le parti sono rimaste ancora una volta distanti. La Ugl sanità di Catania, infatti, ritiene la procedura avviata illegittima in quanto un’azienda sanitaria privata, accreditata con il servizio sanitario regionale, non può esternalizzare una figura prevista in pianta organica come quella dell’ausiliario socio – sanitario. Per questo motivo, tra l’altro, nei giorni scorsi sono stati chiesti incontri urgenti all’assessore regionale della salute Baldo Gucciardi, alla VI commissione sanità dell’Ars ed alla dirigenza dell’Asp di Catania, oltre ad un intervento del prefetto di Catania. “Scendiamo in strada a protestare perché vogliamo difendere il diritto di questi lavoratori alla salvaguardia del posto di lavoro – afferma il segretario della federazione provinciale Ugl sanità di Catania, Carmelo Urzì. Lottiamo anche per continuare ad affermare il principio fondante per cui le figure professionali, previste nelle piante organiche delle strutture convenzionate, non siano esternalizzate pena la perdita della convenzione stessa. Siamo fortemente preoccupati – conclude il sindacalista – perché la decadenza di questo principio, con la conseguente perdita dei 19 posti di lavoro nel “Centro catanese di medicina e chirurgia”, possa aprire nuovi scenari inquietanti con effetto domino per le altre strutture siciliane.”  

Documento unitario

ADI, ANDU, ARTeD, CIPUR, CISL-Università, CNRU, CNU, CONFSAL-CISAPUNI-SNALS, CoNPAss, Federazione UGL Università, FLC-CGIL, LINK, RETE29Aprile, SNALS-Docenti, UDU, UIL RUA

No alle “Cattedre Natta”

Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai Componenti del Governo e ai Parlamentari

Le Organizzazioni rappresentative di tutte le componenti universitarie (professori, ricercatori, lettori/CEL, ricercatori e docenti precari, dottorandi, personale tecnico-amministrativo, studenti), già in occasione della discussione della Legge di stabilità 2016 hanno espresso la netta contrarietàalle cosiddette “cattedre Natta”. Iniziativa estemporanea, che è apparsa, dietro la cortina fumogena di 500 pretesi “super-professori eccellenti”, come uno “spot” per nascondere le mancate urgenti riforme (diritto allo studio, precariato e nuovo reclutamento, governance, ecc.) e i mancati investimenti nell'Università e nella Ricerca. Le recenti indiscrezioni riguardanti il decreto recante il regolamento per l’attuazione del provvedimento confermano tutte le nostre preoccupazioni, aggiungendone di ulteriori. La norma disegna una nuova tipologia di docente che, per reddito e status, appare sovraordinato a tutti gli altri docenti “normali”. Questo atto mina alla radice la dignità e la professionalità degli attuali docenti universitari, strutturati e non strutturati. Ciò avviene peraltro in base ad una procedura affetta da gravissime criticità: la principale è la nomina diretta dei Presidenti delle commissioni giudicatrici da parte della Presidenza del Consiglio su indicazione del MIUR, che evoca tristemente periodi bui della storia d’Italia. Il provvedimento è inoltre viziato da numerosissime criticità – dall’uso di una classificazione disciplinare inadatta alla didattica fino a costi procedurali altissimi - che confliggono con le buone pratiche scientifiche e amministrative. E’ quindi facile prevedere che, se applicato, non potranno evitarsi numerosi contenziosi amministrativi dovuti alla sostanziale incoerenza dell’iniziativa del governo. L’obiettivo di questo provvedimento e della norma contenuta nella Legge di Stabilità 2016 è la nascita della figura di un “super-barone” accademico-governativo contraddistinto da potenziali rapporti privilegiati con la politica (e da un salario maggiorato), cui il regolamento non richiede neppure i requisiti imposti dall’attuale normativa per divenire professori. A nostro avviso le risorse stanziate per questa operazione (75 milioni di euro per ogni anno, cui vanno sottratti gli esorbitanti costi per le commissioni governative: circa 160.000€ per ciascuna delle 25 Commissioni di 3 membri), dovrebbero essere usate per alleviare una delle tante perenni emergenze della Ricerca e dell’Università in Italia. Ad esempio, a parità di costo totale sarebbe possibile l’ingresso in posti di ruolo di un numero assai più elevato di docenti e ricercatori precari, la cui qualità è riconosciuta e apprezzata anche internazionalmente, che il finanziamento ordinario permette di inserire nei ruoli universitari solo in minuscole proporzioni nonostante contribuiscano a circa la metà delle attività universitarie. Il sistema universitario italiano non manca di eccellenze scientifiche ma, senza adeguati provvedimenti, entro breve non sarà più in grado di fornire i servizi ordinari necessari al paese. In considerazione di quanto sopra, le sottoscritte organizzazioni richiedono il ritiro del provvedimento in oggetto e l'abrogazione della norma contenuta nella legge di stabilità 2016, che valutano come estremamente gravi e contrari ai principi costituzionali vigenti sull’Università e la Ricerca, e l’impiego delle risorse già stanziate per interventi mirati sui veri problemi del sistema universitario italiano.

Comunicato stampa del 5 Novembre 2016

Continua il successo della campagna referendaria del Comitato “Lavoratori per il No”, della Ugl, che questa mattina ha fatto tappa a nuovamente a Catania con il gazebo in via Etnea

Continua il successo della campagna referendaria del Comitato “Lavoratori per il No”, della Ugl, che questa mattina ha fatto tappa a nuovamente a Catania con il gazebo organizzato in via Etnea a pochi passi dell’ingresso della “Villa Bellini”. In contemporanea con oltre 50 località di tutta Italia, l’iniziativa “10milakmperilno” ha ancora una volta trovato l’adesione di numerosi catanesi che si sono avvicinati ai volontari del Comitato presenti per chiedere informazioni sui contenuti della riforma costituzionale, oggetto del referendum del prossimo 4 Dicembre. Sono infatti molteplici le ragioni del No espresse dalla formazione, nata spontaneamente all’interno dell’organizzazione sindacale, come il rischio che la nuova legge costituzionale porti verso una deriva autoritaria tale da tutelare ancor di più il governo e non i diritti degli italiani, oppure che il nuovo senato diventi una camera part-time, o ancora che diventi l’occasione per un ritorno alla centralizzazione delle competenze tale da togliere al cittadino la possibilità di decidere sul futuro del proprio territorio. “Continuiamo il nostro impegno scendendo in strada a parlare con la cittadinanza di questa riforma truffa, perché non vogliamo un uomo solo al comando e leggi fatte male ed in fretta – afferma il segretario generale della Ugl di Catania Giovanni Musumeci. La prossima settimana saremo in piazza a Caltagirone, mentre ci avviamo a grandi passi verso la conferenza stampa del prossimo 18 novembre, alla presenza dei vertici nazionali del nostro sindacato, della deputata nazionale di Forza Italia Renata Polverini e dei rappresentati catanesi delle forze politiche e sociali schierate per difendere le ragioni del No. Con la nostra azione vogliamo anche far risaltare le preoccupazioni di numerosi lavoratori che in questa rivoluzione vedono sempre più in pericolo di loro diritti – conclude Musumeci.”

Alla Ugl di Catania corso di formazione per rappresentanti sindacali aziendali della federazione Terziario

Si è tenuto ieri, venerdì 4 novembre 2016, nella sede di via Teatro Massimo della Ugl di Catania, il corso di formazione per rappresentanti aziendali della federazione Terziario. Dopo il saluto del segretario generale territoriale Giovanni Musumeci e l'introduzione del segretario provinciale di categoria Carmelo Catalano, il dirigente sindacale Piero Todaro ha illustrato ai sindacalisti, presenti alla giornata di formazione, i contenuti della Legge n° 300 del 20 Maggio 1970 “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale, nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento” con gli aggiornamenti e gli adeguamenti inseriti nella Legge n° 92 del 28 Giugno 2012.

Comunicato stampa del 4 Novembre 2016.1

La Federazione provinciale Ugl Comunicazioni questa mattina a Palermo per lo sciopero nazionale dipendenti Poste Italiane

C’era anche la Federazione provinciale Ugl Comunicazioni, questa mattina a Palermo per lo sciopero nazionale dipendenti Poste Italiane. Con in testa il segretario Luciano Grillo, gli iscritti e lavoratori delle Poste hanno protestato contro la privatizzazione dell’azienda, per difendere il futuro di migliaia di dipendenti. Secondo la Ugl, infatti, l'operazione di dismissione della partecipazione da parte dello Stato è sconsiderata, anche alla luce del fatto che negli ultimi anni Poste Italiane s. p. a. ha prodotto utili. “E’ assurdo pensare a privatizzare, mettendo a rischio chi ha lavorato per anni facendo sacrifici enormi ed il servizio che offre l’azienda stessa - dichiara Grillo. Abbiamo protestato facendo sentire forte la nostra voce, perché si fermi questa proposta scellerata.”

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